Ulivi e muretti a secco tornano sul percorso del gasdotto.
Nel novembre 2020 sono iniziati i ripristini ambientali del territorio interessato dalla costruzione del gasdotto in Italia.
Le operazioni di ripristino hanno comportato la ripiantumazione lungo il percorso a terra della condotta degli alberi di ulivo, delle piante forestali (arbusti e cespugli tipici della macchia mediterranea) e la ricostruzione dei muretti a secco temporaneamente smontati e conservati per consentire l’apertura della pista di lavoro e la posa del gasdotto sottoterra.
I primi a ripopolare i terreni sono stati i giovani ulivi appartenenti a una varietà resistente alla Xylella, ripiantati al posto di quella parte di piante abbattute perché colpite dal batterio: si tratta in tutto di 930 alberi che hanno sostituito gli ulivi malati in coordinamento con le autorità fitosanitarie. A seguire è cominciato il reimpianto degli ulivi sani che erano stati espiantati dal tracciato del gasdotto e che sono rimasti custoditi nei canopy di Masseria del Capitano. Gli alberi, dopo essere stati temporaneamente espiantati, sono stati messi a dimora nei canopy durante la realizzazione dei lavori. 828 ulivi, alcuni dei quali monumentali, sono tornati al loro posto, numerati e georeferenziati. Nel quadro dei lavori di ripristino ambientale dei terreni attraversati dal gasdotto, hanno un ruolo significativo anche le attività di ricostruzione dei muri a secco, con l’obiettivo della completa ricostituzione dell’assetto paesaggistico del territorio, anche nel rispetto delle prescrizioni del Decreto di Compatibilità Ambientale. In questo contesto, TAP ha sviluppato una serie di procedure finalizzate a una corretta gestione di tutte le fasi di smontaggio e rimontaggio delle strutture a secco, prevedendo l’impiego di maestranze specializzate e di un team di archeologi per verificare l’eventuale presenza di reperti e per documentare le strutture e verificare la coerenza dei ripristini con le condizioni ante-operam. I circa 110 muri a secco che incrociano il tracciato del gasdotto sono stati catalogati, numerati e documentati e successivamente smontati, divisi per sezioni costruttive (cappello, corpo e piede) e stoccati in pallet delle dimensioni di 1 metro cubo, per essere poi rimontati nelle medesime condizioni e nel rispetto dell’assetto architettonico e paesaggistico originario.
La ripiantumazione degli ulivi e delle piante forestali è stata completata, il ripristino dei muretti a secco è ancora in corso e verrà completato entro marzo 2021. Quest’anno la primavera troverà i fondi lungo il percorso del gasdotto pronti ad indossare il loro vestito migliore e tornare a fiorire. Il gasdotto è ormai invisibile e integrato nel paesaggio, a segnalare la sua presenza restano solo le paline gialle che ne punteggiano il percorso dall’ex cantiere del microtunnel al Terminale di Ricezione.