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Emergenza

Costruzione del gasdotto

La costruzione del gasdotto è frutto di una rigorosa pianificazione, unita a lavori di ingegneria allineati ai più elevati standard di sicurezza e a un costante impegno alla tutela dell’ambiente e delle comunità dislocate lungo il tracciato.

L’opera misura una lunghezza complessiva di 877 chilometri, di cui 772 onshore e 105 offshore.

Il tratto a terra

La costruzione del tratto onshore, che si snoda per 772 chilometri su un terreno complesso e variegato, ha richiesto la riqualificazione di diverse strade di accesso e ponti nei Paesi attraversati e il superamento di non poche sfide ingegneristiche. Una volta aperta la pista di lavoro, si è proceduto allo scavo della trincea, alla posa della condotta saldata, al reinterro e alle operazioni di ripristino secondo un processo sequenziale, ripartito in sezioni di varia lunghezza denominate ‘spread’ o colonne di avanzamento.

Diverse le tecniche costruttive adottate con un occhio alla tutela dell’ambiente per gli attraversamenti stradali e fluviali, come la trivellazione orizzontale controllata e il microtunneling.

Ammontano a 55.000 circa i tubi utilizzati in fase di costruzione, per un peso complessivo di 520.000 tonnellate ovvero l’equivalente di 71 Torri Eiffel, convogliati alle aree di smistamento su 79 navi da carico e 158 treni cargo all’interno della Grecia, per poi essere trasportati alle piazzole di stoccaggio in prossimità dei cantieri disseminati lungo il tracciato.

Il tratto sottomarino

L’operazione tutt’altro che facile di posa dei tubi di acciaio sul fondale dell’Adriatico a profondità di oltre 800 metri, nel rispetto dell’ambiente, è stata affidata a una società leader del settore, Saipem, che ha provveduto ad adagiare la stringa di tubi sul fondale marino con una nave posatubi semisommergibile.

Il gasdotto non è visibile dal litorale albanese e italiano. Scelte mirate hanno guidato la realizzazione dei punti di approdo, in linea con la metodica costruttiva di progetto, che ha visto TAP interfacciarsi con le autorità italiane e albanesi per concordare una strategia attenta al rispetto dei criteri ambientali. In Italia, per esempio, si è fatto in modo di evitare interferenze con le praterie di Posidonia e Cymodocea e gli affioramenti di biocostruzioni in mare e con la macchia mediterranea a terra.

Un’impresa ingegneristica di prim'ordine

È di febbraio 2018 il completamento in prossimità della cittadina greca di Elaiousa del più lungo pozzo di spinta, che misura ben 1.820 metri, realizzato tramite perforazione orizzontale controllata al di sotto del fiume Axios.

L'attraversamento del fiume Axios – un'impresa ingegneristica di livello mondiale

Nel febbraio 2018, TAP ha completato una perforazione orizzontale controllata lunga 1.820 m per l'attraversamento del fiume Axios, ottenendo un'impresa ingegneristica di livello mondiale.

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Indagini geologiche e geofisiche hanno permesso di individuare il profilo ottimale di perforazione e di successivo ampliamento del foro pilota. Le operazioni di perforazione e alesatura sono state eseguite tra novembre 2017 e febbraio 2018 con una piattaforma da 400 tonnellate e utensili di alesatura dedicati per minimizzare le forze di tiro e rotazione.

Il team di ingegneri delle imprese affidatarie ha provveduto alla realizzazione di una sezione della condotta, compresi i tubi da 1,2 m di diametro, e all'alloggiamento della porzione saldata in un’unica soluzione, operando lungo un tratto curvilineo della pista di lavoro, in una trincea di galleggiamento che passava al di sotto di una strada provinciale.

L’installazione in condizioni controllate è stata completata in 36 ore con impatto zero sulle comunità locali e l’ambiente.

Caso di studio: lo scavo di un microtunnel tra le alture albanesi

In Albania nel punto più alto del gasdotto, a quota 1.800 metri, gli ingegneri di TAP si sono ritrovati a fare i conti con uno dei terreni più impervi e con le condizioni geologiche più problematiche dell’intero tracciato.

In mancanza di una variante di percorso e pur di non installare il gasdotto su un terreno instabile, hanno optato per un microtunnel  di 480 metri.

Alla complessa tecnicità del progetto si sono sommate le avverse condizioni meteo e il difficoltoso accesso all’area che distava 12 chilometri da qualsiasi strada asfaltata e tre ore di viaggio dal campo base. 

I lavori di perforazione sono iniziati a metà luglio 2019 ed entro metà agosto il 60% del tunnel era stato completato, ma all’improvviso la testa fresante non è più riuscita ad avanzare. TAP e gli ingegneri dell’appaltatore hanno quindi passato al vaglio le possibili opzioni, decidendo di scavare un tunnel di appoggio e sbloccare il pozzo, tagliando e asportando i segmenti di condotta interessati.

Entro il mese di novembre dello stesso anno, la squadra riesce a riaccedere al tunnel e fare avanzare il pozzo di ricezione.

TAP ha ultimato diversi altri microtunnel in Albania ( vedi il microtunnel di Skrapar) e installazioni trenchless lungo il tracciato del gasdotto.